Nel pieno di una notte insonne, mi è capitato tra le mani “Il delitto Fitzgerald”, un film drammatico, anzi drammaticissimo, del 2003 di Matthew Ryan Hoge e prodotto da Kevin Spacey.
L’ho apprezzato moltissimo, ho galleggiato nella sua triste tenerezza e pensato che è un peccato che questo film sia passato inosservato. Ecco perché ne parlo qui.
Il protagonista della storia è Leland Fitzgerald, un quindicenne angosciato dall’infelicità che vela tutte le cose e le persone che fanno parte di questo mondo. E’ questa sensazione perenne a spingerlo inspiegabilmente a uccidere un bambino artistico, un delitto che non riuscirà a spiegare nemmeno a se stesso se non con la frase “Non potevo più sopportare la tristezza”.
In un carcere minorile, un educatore si prende a cuore di lui e lo incita a scrivere un diario per riuscire a capire le ragioni del suo gesto, accompagnandolo per mano in un viaggio nel profondo. Ma ben presto viene allontanato e…..non si può dire!
L’ho apprezzato moltissimo, ho galleggiato nella sua triste tenerezza e pensato che è un peccato che questo film sia passato inosservato. Ecco perché ne parlo qui.
Il protagonista della storia è Leland Fitzgerald, un quindicenne angosciato dall’infelicità che vela tutte le cose e le persone che fanno parte di questo mondo. E’ questa sensazione perenne a spingerlo inspiegabilmente a uccidere un bambino artistico, un delitto che non riuscirà a spiegare nemmeno a se stesso se non con la frase “Non potevo più sopportare la tristezza”.
In un carcere minorile, un educatore si prende a cuore di lui e lo incita a scrivere un diario per riuscire a capire le ragioni del suo gesto, accompagnandolo per mano in un viaggio nel profondo. Ma ben presto viene allontanato e…..non si può dire!
Ciao, scusa, ma non ho capito...bambino artistico o...autistico?
RispondiEliminaEhm ovviamente bambino autistico, solo che sono un po' babba....
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