(Lee Chang Dong, tratto da un articolo di Aldo Spinello del 20/05/2010).
Presentato a Cannes 2010, Poetry è un film coreano che racconta un momento di vita di Mija (Yoon Hee-Jeong) una donna di sessantasei anni con una grande passione per i fiori e per la poesia, che si guadagna da vivere come donna di servizio e che si trova a dover affrontare da sola un nipote adolescente e un principio di Alzheimer.
Quando il nipote si mette nei guai, per aver violentato, insieme ad altri compagni, una ragazza della sua scuola media che si è suicidata, Mija affronta la sofferenza e i sensi di colpa rifugiandosi nella bellezza e nella poesia.
Al corso di poesia a cui si iscrive le suggeriscono di guardare le cose attentamente, da nuove prospettive e di annotare quello che vede. E’quello che farà, riuscendo infine a scrivere la sua poesia.
Lee Chang-dong accosta con gentilezza il candore di Mija al cinismo della società coreana rispettosa dei ruoli e delle formalità, la ricerca della poesia all’incomunicabilità che caratterizza la vita quotidiana, lo splendore degli spazi e delle montagne verdeggianti a un fiume che diventa minaccioso suo malgrado, l'alzheimer, appena accennato nel film, che cancella i ricordi, e le vergogne alla poesia che li riporta a galla.
Un’opera curata sin nei minimi dettagli, dove tutto torna e dove nulla è mostrato a caso, sicuramente inadatto a chi non apprezza la lentezza.
Visto oggi.
RispondiEliminaMija, la protagonista che inizialmente può irritare con il suo atteggiamento sognatore, verso la fine del film dimostra una capacità risolutiva e una dignità fantastiche.
Film delicato e preciso, bello come i numerosi films sudcoreani usciti in questi ultimi anni.
Forse, a mio parere, un pò lunghino.