domenica 7 ottobre 2012

DEPARTURES: SE LA MORTE E' SOLO UN CANCELLO

                                                                     


Titolo: Departures

Titolo originale: Okuribito
Regia: Yojiro Takita
Attori principali: Masahiro Motoki, Ryoko Hirosue, Tsutomu Yamazaki, Kazuko Yoshiyuki, Takashi Sasano.
Genere: Drammatico
Durata: 130 min

"Nell'antichità, quando gli uomini non avevano la scrittura, per comunicare, cercavano un sasso la cui forma esprimesse i loro sentimenti e lo inviavano all'altra persona. Chi lo riceveva, dalla sensazione al tatto e dal peso capiva i sentimenti di chi l'aveva inviato." Departures


Film da premio Oscar (vincitore dell’Oscar per il Miglior Film in Lingua Straniera nel 2009 e dell'Audience Award al Far East Film Festival di Udine dello stesso anno) che affronta con delicatezza, grazia e dignità un tema difficile ed evitato quale la morte, Departures, di Takita Yojiro, rappresenta un modo diverso di concepire la morte da quello tipico della cultura occidentale: la morte è un cancello che è necessario attraversare per poter poi percorrere l’altra parte dell’esistenza.
In questo senso Tatti Sanguineti, nel corso di un’intervista, ha parlato del film come di “un’operazione molto mirata di marketing cinematorafico” studiata in modo tale da accontentare sia lo spettatore più smaliziato che quello meno filo-orientaleggiante: il film è stato infatti congegnato in maniera tale che lo spettatore arriva a superare il tabù visivo della morte e si sente comunque a suo agio, nonostante il tema trattato.

Il film narra il percorso di crescita del violoncellista Daigo (Motoki Masahiro) che, dopo lo scioglimento dell'orchestra in cui suonava, rimane senza lavoro e decide di ritirarsi con la moglie Mika (Hirosue Ryoko) nella sua casa in campagna nel suo villaggio natale, un paese alle porte di Yamagata. Mentre è alla ricerca di una nuova occupazione, trova su un giornale un annuncio interessante e viene sedotto dalla parola fuorviante 'partenze' (departures, appunto). Crede di candidarsi per un lavoro in un'agenzia di viaggi ma, raggiunta l a presunta agenzia, scopre che i viaggi di cui si parlava nell'inserzione erano le dipartite nel mondo dell'aldilà.

Titubante all'inizio, accetta, diventando così amico e discepolo dell’eccentrico becchino locale, Sasaki (Yamazaki Tsutomu), andando incontro ad una disapprovazione e ad un’emarginazione sociale incomprensibili in un Paese come il Giappone, dove il culto dei morti è così sacro.
Se la morte è soltanto un commiato, Daigo diventa un bravo "nokanshi" (letteralmente, maestro di deposizione nella bara) che prepara e accompagna il morto, come una sorta di Caronte, in una dolce e dignitosa transizione verso l'aldilà, una cerimonia rispettosa che avviene in composto e discreto silenzio fatto di dignità e rispetto. Daigo dedica alla vestizione della salma la stessa perizia e lo stesso rispetto che dedica al suo violoncello, cercando minuziosamente di  restituire le sembianze della vita al defunto,  rendendo la morte in un certo senso più sopportabile.
Insomma, un plot originale e una storia gradevole con il giusto mix di umorismo e malinconia, sicuramente interessante.

domenica 26 agosto 2012

La vita è un miracolo





Titolo originale: Zivot je cudo 
Regia: Emir Kusturica 
Paese: Serbia e Montenegro, Francia
Anno: 2004
Interpreti: Slavko Stimac, Natasa Solak, Vesna Trivalic, Vuk Kostic, Aleksandar Bercek 
Genere: Commedia grottesca 
Durata: 155 minuti
Sceneggiatura: Ranko Bozic, Emir Kusturica
Fotografia: Michel Amathieu
Musiche: Dejan Sparavalo, Emir Kusturica





Luka, alla sua ragazza mussulmana:
Ce ne andremo via insieme.
Ma Luka... non abbiamo nessun posto dove andare.
Come no? Ce ne andremo in Australia.
E come?
Camminando sui binari.



Uomini, animali, le immancabili musiche balcaniche, elementi grotteschi, personaggi improbabili e bizzarri, un paesaggio selvaggio, vitalità che sfocia in pazza baldoria, la stravaganza, l'alcool e le armi. Questi elementi forse sono in grado di descrivere  meglio questo variopinto film di Emir Kusturica di quanto potrebbe fare un classico trailer.




In un paesino di montagna in 
Bosnia dove Luka, un ingegnere di Belgrado in trasferta col compito di portare a termine la costruzione della linea ferroviaria interstatale Serbia-Bonia, viene colto di sorpresa dallo scoppio della guerra. 


La vita è un miracolo: le musiche.


Siamo nel 
1992, e in Bosnia, come anche nella stessa vita di Luka, succede di tutto:
 Jadranka, 
la moglie nevrotica, scappa con uno xilofonista ungherese, 
Miloš,
 figlio calciatore, viene fatto prigioniero e lui riceve la chiamata nell'esercito, che gli affida una prigioniera bosniaco-musulmana, Sabaha, di cui finisce per innamorarsi
 nel bel mezzo del caos più totale. In questo modo Kusturica riesce a sdrammatizzare la gravosità della guerra e di quello che comporta, dimenticandosi della politica e ponendo in primo piano le storie degli uomini e degli animali, insieme ovviamente alla cultura balcanica.


Stupisce anche l'happy end di questo film divertente e visionario, a tratti poetico in cui 
l'amore riesce a superare le barriere delle ostilità razziali, religiose e geopolitiche, sempre però in modo non banale, come solo Kusturica sa fare.





martedì 14 agosto 2012

SHAME





Un film di Steve McQueen

Con Michael Fassbender, Carey Mulligan, James Badge Dale, Nicole Beharie, Hannah Ware 
Genere: Drammatico
Durata: 99 minuti
Gran Bretagna 2011

"Non siamo cattivi, veniamo da un posto cattivo"

Il videoartista e scultore britannico Steve McQueen, torna a parlare dell'altra faccia della società, quella che non si vede alla luce del giorno, ma che si respira ovunque, in un dramma privato, la sua opera seconda dopo il primo film, Hunger, non distribuito in Italia.


Shame è un film sessualmente sfrontato, con pochi dialoghi, che accompagna lo spettatore per mano sempre più in basso, in un purgatorio doloroso, in cui il continui rotolarsi tra bellezza e brutalità, senza protezioni, completamente nudi provoca lacrime, fastidio e commozione.

In apparenza Brandon (Michael Fassbender) è un trentenne vincente: un bell'appartamento in una New York che offre tutto, una brillante carriera, un aspetto curato e affascinante. In realtà però la sua mente è completamente offuscata da una dipendenza dal sesso che gli impedisce di condurre una relazione sentimentale normale. Le pulsioni compulsive costituiscono una trappola mentale che porta a solitudine, tristezza e umiliazioni, che si acuisce con il ritorno della sorella più piccola Sissy (Carey Mulligan), fragile e in continua ricerca di affetto, incapace di badare a se stessa o di controllarsi, che si trasferisce temporaneamente a casa di Brandon. 
In tutto questo dolore, solo apparentemente placato da ogni tipo di piacere a pagamento, Marianne (Nicole Beharie), una collega di Brandon, rappresenta l’occasione di una vita e un rapporto normali, che alla fine verrà rifiutata.

In conclusione, un film profondo dove la scelta delle inquadrature, la fotografia curata da Sean Bobbitt, l'attenzione al sonoro di Harry Escott, con l'utilizzo di un tema musicale ricorrente, concorrono a creare una vera e propria installazione artistica che ti perfora, abbandonandoti esanime e ammutolito sulla poltroncina rossa del cinema all'aperto.





venerdì 27 luglio 2012

ESSERE O NON ESSERE JOHN MALKOVICH?


Titolo: Essere John Malkovich
Titolo originale: Being John Malkovich 
Regia di: Spike Jonze
Sceneggiatura: Charlie Kaufman
Attori principali: John Cusack, Cameron Diaz, Catherine Keener, John Malkovich, Orson Bean
Genere: Commedia
Durata: 103 minuti
Uscita: 1999



"Se anche tu riuscissi ad avermi, non avresti la minima idea di cosa fare con me!"

Il primo film del regista Spike Jonze verte intorno all'allucinante possibilità di entrare nella mente di un altro, in questo caso in quella di un divo, John Malkovich per l'appunto. Divertente e originale, la sceneggiatura grottesca di Charlie Kaufman è interpretata da un cast eccezionale,
con John Malkovich nel ruolo di se stesso e John Cusack in quello di Craig Schwartz, un artista burattinaio un po' nevrotico dall'aria triste e stordita che grazie alle sue dita svelte riesce ad aggiudicarsi un posto da archivista in un ufficio che sa di Tim Burton, situato al settimo piano e mezzo di un palazzo e alto solo la metà degli altri piani. 


Ed è proprio qui che, per una serie di circostanze fantastiche, avviene la scoperta del passaggio segreto che conduce direttamente nella testa di Malkovich, rendendo possibile vivere la sua vita per una quindicina di minuti prima di venire risputati nel mondo, ai bordi del New Jersey Tumpike.
In tutto questo, un'irriconoscibile Cameron Diaz nei panni di Lotte, fidanzata di Craig, nonché appassionata di animali che ha trasformato la loro casa in un'arca di Noé, si contende l'attenzione del compagno con una collega di quest'ultimo (la bella Catherine Keener).
Un film che consiglio, anche perché dietro il tono divertente e scanzonato, si nasconde un messaggio di fondo legato alla divinizzazione dei divi e al bisogno di ritrovare un'identità perduta i mancata, di essere finalmente vincenti.


sabato 9 giugno 2012

"Tre volte all'alba"

Titolo: Tre volte all'alba
Autore: Baricco Alessandro
Prezzo: € 8,50
Pagine: 94 p.
Editore: Feltrinelli (collana I narratori)
Quel che aveva capito, con certezza assoluta, era che vivere senza di lui sarebbe stato, per sempre, la sua occupazione fondamentale, e che da quel momento le cose avrebbero avuto per sempre un'ombra, per lei, un'ombra in più,  perfino nel buio, e forse soprattutto nel buio. (A. Baricco)

Ci vorrebbe sempre una storia lunga giusto il tempo del viaggio in metropolitana, come quelle di Tre volte all'alba di Alessandro Baricco, dove il bell'antipatico torinese con la scrittura da Dio si cimenta con tre storie, in qualche modo interconnesse, anche se indipendenti tra loro, che hanno tutte inizio nella hall di un hotel, anche se in tempi diversi e tutte ambientate all'alba. Le affinità ritornano anche per quanto riguarda i protagonisti, sempre due sconosciuti che si incontrano per caso anche se finiscono per rivelarsi l'uno con l'altro come se si conoscessero da tempo, e sempre un uomo e una donna, con rapporti di età e di influenza sempre diversi: entrambi adulti nel primo racconto, un uomo e una giovane ragazza alle prese con un fidanzato geloso nel secondo e una donna e un bambino in fuga nell'ultimo.

'Tre volte all'alba' lo si ritrova citato anche in 'Mr Gwyn', il precedente romanzo di Baricco,  e pare che proprio qui sia nato l'impulso a dare un contenuto e rendere reale ciò che inizialmente era solo una mera citazione di cui non si sapeva niente di più se non che era stato scritto da un misterioso angloindiano, tale Akash Narayan.

Un libro in qualche modo emotivamente silenzioso, anche se silenzioso non vuol dire piatto o caratterizzato dall'assenza di contenuto, quanto qualcosa che si percepisce ma non si riesce bene a definire, perché nascosto dietro a discorsi e parole.


    sabato 2 giugno 2012

    Un giorno questo dolore ti sarà utile

    Titolo: Un giorno questo dolore ti sarà utile 
    Autore: Peter Cameron 
    Editore: Adelphi
    Pagine: pp. 206 
    Isbn: 9788845921810 
    Genere: Letteratura nordamericana 
    Prezzo: € 17,50
    «Ho passato tutta la vita con i miei coetanei e non mi piacciono granché»


    Avrei tanto voluto che la giornata fosse tutta come la colazione, quando le persone sono ancora sintonizzate sui loro sogni e non è previsto che debbano affrontare il mondo esterno. Mi sono reso conto che io sono sempre così; per me non arriva mai il momento in cui, dopo una tazza di caffè o una doccia, mi sento improvvisamente pieno di vita, sveglio e in sintonia col mondo. Se si fosse sempre a colazione, io sarei a posto.”

    James, diciottenne New Yorkese annoiato e in cerca di solitudine, vive a Manhattan lavorando nella galleria d'arte contemporanea della madre, appena uscita frastornata dal suo terzo matrimonio fallito. 

    Non intende frequentare la Brown University, a cui si e' iscritto, ne' le altre università, terrorizzato all'idea di trascorrere tutto quel tempo accanto agli inutili coetanei con cui non ha niente da condividere: il suo unico desiderio e' invece trovare un'antica dimora nel Midwest e dedicarsi alla lettura ed essere dimenticato, rimanendo finalmente solo con Mirò, il cane "che si crede umano e osserva con bonaria condiscendenza le semplici maniere animali degli altri cani”.

    Gli unici veri punti di contatto con il mondo esterno, oltre a Miro', rimangono la dottoressa Adler, (la sua psicoanalista), John,e Nanette, la nonna materna che abita in una villetta stile Tudor ad Hartsdale. Insomma, un romanzo carino di Peter Cameron, da cui è stato tratto recentemente anche un film, anche se, francamente, non convince: mi aspettavo di più.



    domenica 13 maggio 2012

    LASHKARS – FOTO DAL PAKISTAN DI MASSIMO BERRUTI




    "It is very rare that one experiences so directly, before a photographic work, the feeling of what inspired it and of what from day to day was its purpose. It is especially so as this feeling is completely contrary to what we think – or believe – we know of war photography". Christian Caujolle in "Lashkars" Ed Actes Sud 2011


    Mi sono persa in una foto.
    In bianco e nero, è talmente essenziale, ma al contempo profonda da arrivare al cuore delle cose.


    Non a caso, fa parte di Lashkars La serie di fotografie esposte a Spazio Forma, premiate dalla Fondation Gestion Carmignac dopo una selezione di progetti sull’area del Pashtunista. L’autore è un fotografo romano, classe 1979, Massimo Berrutti, un reporter di frontiera che ha viaggiato molto in Asia, e in particolar modo in Pakistan e Afghanistan, interessandosi ai cambiamenti sociali che stanno interessando la regione.
    Dalla condivisione della vita quotidiana con i Laskhars, sono nate queste visioni pure, animate da un movimento interno e ambientate in un rigido inverno, ma anche vere, con una storia intrisa di sofferenza, speranza e attesa.

    «Nel mio lavoro non ci sono mezze misure. Investe tutto, anche la sfera privata. È una passione che prosciuga e da cui è impossibile fuggire». Massimo Berrutti

    «La fotografia mi affascina per la sua innata capacità di comunicare, è un modo per poter dire qualcosa. Le storie che vado a raccontare hanno quasi sempre un retroscena che io non condivido e che vorrei evidenziare forse anche per suscitare un po' di fastidio, procurare una sorta di orticaria. Per chi fa reportage, la finalità è sempre legata al voler comunicare qualcosa, pur mantenendo uno sguardo imparziale. Vorrei che le mie fotografie parlassero attraverso il loro contenuto, la sostanza. Non voglio indirizzarne la lettura attraverso giochi di atmosfere. Penso che una fotografia non debba essere costruita, quanto piuttosto cercata». Massimo Berrutti

    sabato 28 aprile 2012

    IL CENTENARIO CHE SALTÒ DALLA FINESTRA E SCOMPARVE

                                                        Vai al sito dell'autore

    Titolo: IL CENTENARIO CHE SALTÒ DALLA FINESTRA E SCOMPARVE
    Autore: JONAS JONASSON
    Editore: BOMPIANI
    Pagine: 446
    Prezzo: € 17,90

    Mentre nella casa di riposo sono in corso i preparativi dei festeggiamenti per il giorno del suo centesimo compleanno, Allan Karlsson decide di punto in bianco di tagliare la corda scappando dalla finestra di camera sua, dando così inizio ad una spassosa storia surreale. Gli ingredienti ci sono tutti: una valigia rubata, un pullman senza una meta precisa, una gang criminale che vuole recuperare il contenuto della valigia, una serie di omicidi, un commissario ubriacone e un GIP preoccupato di salvare la faccia.
    E, tra le varie vicissitudini, esilaranti equivoci e assurdità, del viaggio roccambolesco del fuggiasco e della sua combricola, una serie di flashback riportano alla luce l’incredibile storia di Allan, che nel corso dei supi cent'anni ha conosciuto i più grandi della terra, dal Presidente Truman a Mao Tse Tung, dal generale De Gaulle a Kruscev, grazie a una dote acquisita casualmente in giovinezza: essere in grado di costruire una bomba atomica.

    Jonas Jonasson
    La straordinaria fuga di Allan ha già fatto vendere all’autore (il giornalista svedese Jonas Jonasson) più di due milioni di copie in poche settimane, portando il libro, che presto diventerà anche un film, in testa alle classifiche.
    Un’ironia geniale, un libro scorrevole che si fa divorare, stupendo e divertendo: anche in metropolitana non sono riuscita a trattenere le risate!


    giovedì 12 aprile 2012

    "CECITÁ" E IL MERAVIGLIOSO MONDO DI SARAMAGO


    TITOLO: Cecità
    AUTORE: Jose' Saramago
    EDITORE: Feltrinelli
    TRADUTTORE: Desti R.
    ANNO: 2010
    PAGINE: 276
    PREZZO DI COPERTINA: € 9,50

    "Secondo me non siamo diventati ciechi, secondo me lo siamo, Ciechi che vedono, Ciechi che, pur vedendo, non vedono".


    Ancora una volta Saramago mi sorprende con i suoi racconti fantastici, seppure così veritieri, raccontati attraverso il simil flusso di coscienza che lo contraddistingue, dove tutto scorre senza pause n'è aggettivi di troppo.

    Non importa dove, ne' quando, ne' chi, le prime vittime di un inspiegabile epidemia vengono rinchiuse in un ex manicomio, al fine di cercare di arginare il contagio, anche se inutilmente perché rimarrà una sola donna in grado di vedere il mondo e di organizzare una sorta di micro comunità dove i sentimenti saranno in grado di sopravvivere.
    Nel frattempo, la paura e la violenza si diffondono sia dentro che fuori dall'istituto e in pochi vi sopravvivono (fra loro c'è anche il 'cane delle lacrime').
    E il lettore si trasorma in un cieco che scopre le reazioni psicologiche di un'umanità che viene messa a nudo e si svela bestiale e intrinsecamente violenta.

    "PELLE" di Erica Zanin

    "PELLE" di Erica Zanin
    Un romanzo in vendita su www.ilmiolibro.it

    "PELLE", il mio primo romanzo che consiglio a tutti!

    Siamo nella Milano dei giorni nostri, in quella zona periferica che da Greco conduce a Sesto San Giovanni. In un autobus dell'ATM, un autista, ormai stanco del suo lavoro, deve affrontare una baby gang che spaventa i suoi passeggeri. Si chiama Bruno ed è uno dei tanti laureati insoddisfatti costretti a fare un lavoro diverso da quello da cui ambivano: voleva fare il giornalista e invece guida l'autobus nella periferia di Milano. Ma non gli dispiace e non si lamenta. E' contento lo stesso: è il re del suo autobus e i suoi passeggeri sono solo spunti interessanti per i racconti che scrive. Li osserva dallo specchietto retrovisore, giorno dopo giorno, li vede invecchiare, li vede quando sono appena svegli e quando tornano dal lavoro stanchi morti, e passa il tempo ad immaginarsi la loro vita. Finché nella sua vita irrompe Margherita, con la sua vita sregolata, con i suoi problemi di memoria, con i suoi segreti. E tutto cambia. Fuori e dentro di lui.